Trivio, Quadrivio e Operatività di Borsa
E io sol uno m'apparecchiava a sostener la guerra
(Dante, Inferno II canto)
In borsa come nella vita c’è bisogno di un sistema di orientamento che permetta di non perdersi nella fatidica “selva oscura” di Dantiana memoria.
Non c’è, e non c’è mai stato, trader al mondo che, nell’approccio operativo, non abbia “smarrito la diritta via” in questa paradossale attività, semplice e difficile allo stesso tempo.
Semplice in quanto di facile utilizzo, si può essere a mercato con pochi click e tanto basta per improvvisarsi provetti Warren Buffett. Difficile perché ci si rende subito conto che senza un’adeguata preparazione tecnica, un metodo e soprattutto una ferrea disciplina si potrebbero perdere i capitali alla velocità della luce e ci si ritrova frustrati a rimuginare sugli errori fatti e sui soldi persi.
E poi giù con sensi di colpa, stati depressivi e conseguente ricerca della scienza infusa dal guru di turno, tanto più bravo quanto più esoso.
Questo “magico mondo”, fatto sostanzialmente di numeri, viene approcciato dai più con sistemi di derivazione statistica del solo prezzo passato (medie mobili, indicatori, oscillatori, etc.), trascurando molto spesso altre variabili interconnesse al prezzo ma, direi, più in generale ai numeri.
A volte la considerazione di questa interconnessione è inconscia. Tutti usano trendline o medie mobili (una inconsapevole Geometria) per individuare la principale variabile in atto su uno strumento finanziario che è la direzione, quindi linearità e movimento nello spazio.
Compro al prezzo A e venderò al prezzo B senza tener conto di altre componenti altrettanto importanti come: tendenza, accelerazione e probabile area di volatilità.
Ma soprattutto senza alcuna considerazione del tempo utile affinché tutto questo possa maturare, delinearsi e compiersi.
Soffermiamoci quindi a considerare il Tempo e il suo valore.
Oggi l’equazione più diffusa è tempo = denaro. Basta pagare per avere la presunzione di possedere il tempo e tutto quanto ad esso connesso. Posso fare tutto quello che voglio quando voglio.
Nel mondo antico il tempo aveva un doppio valore, uno quantitativo “Chronos” che scandiva i tempi e l’altro qualitativo “Kairos” l’arte di fare la cosa giusta al momento giusto. Per cui l’equazione era tempo = attesa, preparazione, studio, desiderio, divenire.
Per questo la cavalleria americana non riusciva a comprendere perché gli indiani d’America fossero sempre in disaccordo quando venivano loro imposte le date dei trattati.
I nativi, che vivevano in simbiosi con la natura e gli astri, aspettavano il tempo propizio, la luna giusta, la corretta predisposizione e preparazione all’evento, mentre gli Yankees pensavano che questi facessero appunto “gli indiani”, cioè, cercassero scuse per non accordarsi.
Nel mondo moderno è ormai acclarata la depauperazione del sapere dai percorsi scolastici atti a mettere in fila lunghi elenchi di nozioni “fast food”, piuttosto che predisporre a un’esperienza conoscitiva emozionante, un percorso esperienziale atto a formare prima di tutto, uomini sapienti e con valori, come facevano i medievali.
Prendendo spunto dal libro “stelle segrete e quiete” di Maria Castronovo riepilogo di seguito quello che era, ai tempi dell’Alighieri, il programma scolastico delle superiori.
Nella stella a sette punte qui sotto raffigurata sono schematizzate le cosiddette arti del trivio (grammatica, retorica e dialettica) e del quadrivio (aritmetica, geometria, musica e astronomia).
Uno schema semplice, parco, perfetto come è perfetto un cerchio, in cui gli uomini del passato racchiudevano, in soli sette passi (numero magico strumento di creazione per i pitagorici), il percorso conoscitivo che i loro giovani dovevano seguire per raggiungere la conoscenza, accompagnata dallo sviluppo di determinate virtù.
Per cui conoscendo le regole della grammatica si conoscevano le regole della giustizia, padroneggiare l’arte della dialettica predisponeva ad un rigore morale (con la dialettica si potevano manipolare e uccidere le masse).
Apprendere la filosofia sviluppava dolcezza, predisposizione verso l’ignaro (poveri i nostri ragazzi oggi alla mercé di saccenti presunti filosofi, idioti del sapere avrebbe detto Battiato),” l’amore per il sapere” è un seme che va piantato, atteso, curato e che non può essere estorto col voto.
Padroneggiare l’aritmetica illuminava, come un sole, i misteri del finito e dell’infinito e sviluppava fiducia nella ricerca e nell’indagine.
Conoscere le armonie musicali abituava al lavoro su sè stessi, al rispetto dei tempi, dei ritmi ed al lento e armonioso cammino verso la composizione del proprio sè.
Comprendere le trame che la geometria sviluppa era un lavoro arduo e faticoso, spesso scoraggiante per l’apparente semplicità, ma emozionante quando si imparava e usarla per conoscere i propri limiti e semplificare le complessità di tante teorie (Newton diceva: “quello che i dotti spiegano in tanti volumi la geometria lo semplifica con una retta”).
L’astronomia, oggi completamente bandita dalla vita delle persone, era l’arte che si imparava con maggior impegno, maggior lentezza. Ci volevano anni per apprenderla e veniva associata alla virtù della discrezione, del parlare con cognizione di causa, con consapevolezza e discernimento.
Ora è lecito chiedersi cosa c’entri tutto questo con i mercati finanziari.
A tal proposito è necessario chiarire che per un medievale accumulare conoscenza significava accrescere il proprio potere psicologico, sviluppare la padronanza di scelte e comportamenti. E abbiamo già discusso prima di come nell’attività di trading queste qualità siano un deficit diffuso.
Quella dei mercati finanziari è un’arena con tanti attori, tutti mossi dalla singolare intenzione di realizzare profitti, intenzione spesso figlia di conclusioni affrettate, opinioni e, diciamolo pure, di arroganza e scarsa preparazione.
È fondamentale quindi ritrovare quel sistema di orientamento citato all’inizio, necessario a far sì che questa attività possa svolgersi in modo proficuo.
Il presente articolo vuole essere solo l’inizio di un percorso in cui analizzeremo l’interconnessione delle conoscenze passate con il mondo finanziario e vedremo come tutte le discipline del trivio e del quadrivio siano necessarie ancora oggi e possano semplificare la vita di un investitore.
Come gli antichi ci affideremo a quel programma di studi, dopo tutto chi ce lo vieta ;)).
Del resto, anche gli uomini del passato si occupavano di finanza. Talete fu il primo ad usare e a inventarsi il contratto di opzione (che descriveremo in seguito).
Scopriremo come le intuizioni di Galileo sulla gravità possano farci comprendere di più sull’accelerazione, parleremo delle leggi di Newton (investitore anch’esso), delle scoperte sull’elettromagnetismo e sulle linee di forza di Faraday, delle tre leggi orbitali di Keplero e, soprattutto, impareremo come il teorema di Pitagora ci possa aiutare a calcolare l’area di volatilità di qualsiasi strumento finanziario e come guadagnarci sopra qualche soldino.
Giusto per entrare nello specifico, qui sotto è mostrata l’operazione buy condivisa il 15 maggio 2024 ore 16,05 sul Crude oil, una delle tante.
Teorema di Pitagora
(Applicazione Pratica del Teorema di Pitagora ai Mercati Finanziari)
Concludendo, scopriremo come in qualsiasi epoca e a qualsiasi latitudine l’uso della geometria e dei numeri sia stato il fil rouge di tutta l’incredibile sapienza e bellezza arrivata fino a noi oggi.
L’architetto